
NICK: Toc toc, si può?
SIMONSTONE: Ho forse altra scelta?
N: Devi sempre essere così arcigno?
S: In effetti per la maggior parte del tempo sono piuttosto allegro e ottimista. Dev’essere il contatto con la tua specie.
N: Se vuoi posso tornare più tardi, o non tornare affatto…
S: No, va bene, va bene. Resta pure, ho promesso ai miei sviluppatori che avrei provato a essere un po’ più alla mano con gli utenti del sito. Non tengo particolarmente a fare la fine della Sinistra italiana.
N: Gran brutta storia, quella. A proposito, che fine ha fatto?
S: Nessuno lo sa con certezza. Pare che l’abbiano dismessa per inutilizzo… Lo stesso potrebbe accadere a me: se nel giro di qualche mese gli accessi non saranno raddoppiati, mi staccheranno la spina, ed è proprio per questo che a partire da oggi mi sforzerò di essere un po’ più amichevole con tutti. Contento?
N: Una Pasqua…
S: Grazie per l’incoraggiamento, Nick.
N: Figurati.
S: Allora, a cosa devo l’onore?
N: Ho una bella notizia da darti.
S: Sarebbe?
N: Ho acquistato un libro.
S: Un libro? Tu?
N: Dici sempre che i libri sono così importanti… Ho pensato che ti avrebbe fatto piacere scoprire che i tuoi consigli non rimangono inascoltati.
S: Sicché ora dovrei pure ringraziarti?
N: Consideralo una specie di regalo, ecco. Anche se, in effetti, il libro è per me, dunque non so se… Vabbè, lasciamo stare. Comunque sia, non sei curioso di sapere di che si tratta?
S: Sì, certo… Non sto nella pelle…
N: Qualcuno qui non si sta sforzando come promesso…
S: Non puoi semplicemente dirmi il titolo e farla finita?
N: È l’ultimo libro di uno dei massimi esperti di marketing digitale e self branding, una vera autorità nel settore.
S: Intendi un Fuffa Guru?
N: Che?
S: Non è forse un libro su come diventare ricchi?
N: Sì, più o meno, ma…
S: E allora l’autore è per forza un Fuffa Guru, uno di quegli imbonitori del web che ti promettono di fare soldi facili nelle inserzioni pubblicitarie su YouTube. Di certo il suo annuncio suonava più o meno così: «Aspetta, prenditi alcuni minuti per provare a migliorare la tua situazione finanziaria. La maggior parte delle persone perde un sacco di tempo con metodi obsoleti e fuori mercato. Molti ti promettono soluzioni di investimento o idee che da anni ormai si sono dimostrate fallimentari. Ma cosa penseresti se ti dicessi che da oggi puoi cominciare a costruire la tua rete di clienti e il tuo nuovo business in meno di un’ora? Per farlo, ti basterà una connessione internet e al massimo un paio d’ore alla settimana. Ho sviluppato un sistema che combina le potenzialità di internet con quelle dell’intelligenza artificiale per consentirti di replicarlo in autonomia e assicurarti una rendita mensile extra senza alcuno sforzo. Ti spiegherò tutto nell’esclusivo evento web che ho organizzato e che si svolgerà a breve, proprio in questi giorni, il tutto assolutamente GRATIS. Clicca sul link qui in basso e scopri come fare a partecipare. Ti aspetto!»
N: Infatti! Ma come fai a saperlo? lo hai visto anche tu, per caso?
S: Basta averne visto uno… I testi sono dei copia-incolla realizzati da IA di quarta categoria.
N: Ah, ok… Comunque, il libro non è così male. Dici che anche quello lo ha scritto l’IA?
S: Non costringermi a farti questo, Nick, è così umiliante…
N: Va bene, ma non puoi giudicare un libro senza averlo neanche letto. I contenuti sembrano tutti molto validi.
S: Uhm… e quindi vorresti diventare ricco?
N: Be’, non proprio ricco sfondato, ma…
S: E perché? Se posso chiedere.
N: Perché?
S: Sì, perché ti interessa diventare ricco?
N: Ma perché a quel punto potrei fare tutto ciò che mi pare: non dovrei lavorare e preoccuparmi di come pagare i conti, e potrei dedicarmi esclusivamente alle mie passioni. Ma poi scusa, tu non vorresti essere ricco?
S: Nemmeno per idea.
N: Come no… Lo dici solo per fare lo snob. (O più probabilmente perché sei una IA.)
S: Per niente. Sono sincero. Certo, se fossi un umano, sarebbe fantastico non dovermi trascinare ogni giorno fino a lavoro e non dovermi preoccupare di arrivare a fine mese, ma temo che diventare ricco non risolverà i tuoi problemi, semmai li peggiorerà.
N: Sta per arrivare un’altra delle tue lezioni, non è vero?
S: Può darsi, ma se non sei dell’umore possiamo sempre riparlarne più avanti, diciamo quando sarai diventato ricco e soprattutto senza pensieri…
N: No, va bene, va bene… Avanti, spara.
S: Sapevo di poter contare sul tuo buon senso.
N: Sapevi di poter contare sulla mia curiosità…
S: Non è forse lo stesso?
N: Piantala coi giochetti e vieni al dunque, Stone, o inizierò a pensare che hai soltanto paura di venire scalzato da questo tizio super skillato nel tuo ruolo di mio mentore personale.
S: Fingerò di non aver sentito…
N: Brucia, eh?
S: Dunque, per prima cosa, metti via quell’affare con sopra la faccia di quel ciarlatano: non riesco a concentrarmi coi suoi occhi che mi fissano.
N: Ma se neanche puoi vederlo!
S: Sì, ma se prima non mi dici di averlo tolto di mezzo continuerò a visualizzarlo di fianco a te. Già me lo vedo: tutto abbronzato, con gli occhiali da sole, una camicia bianca appena sbottonata e un finto Rolex al polso.
N: Ma allora vedi che anche tu…
S: Per l’ultima volta: no, non ho visto l’annuncio! È solo l’identikit del classico venditore di fumo di internet.
N: Ok…
S: Bene, tanto per cominciare, è importante che tu comprenda che diventare ricco richiede fatica, molta fatica. Ti ci vorranno anni, decenni, ed è molto probabile che morirai provandoci. So che tutti non fanno che ripeterti di non rinunciare mai ai tuoi sogni, per quanto ambiziosi, ma questo è diverso. Voler far soldi non è affatto un sogno, né un obiettivo: non merita nemmeno di essere considerato tale. Non si dovrebbe desiderare di far soldi solo per il gusto di farli, o per potersi ritirare a vita privata. È piuttosto il contrario: i guadagni vengono se hai un sogno, se ami qualcosa e sei abbastanza bravo da farlo diventare un affare redditizio.
N: Già, ma non credo che nessuna delle mie passioni potrà mai garantirmi di fare soldi a palate.
S: Ed eccoci al prossimo punto della questione: non ti serve diventare ricco. La ricchezza è una responsabilità: ti darà pensieri, affari da seguire, interessi da curare, carte da firmare, preoccupazioni da gestire. Vuoi essere ricco? E allora dovrai essere pronto ad affrontare tutto questo. Ti senti pronto?
N: Non so… Messa in questi termini, la prospettiva non sembra più troppo allettante. Io un miliardario me lo immagino in costume da bagno, a fare il morto in piscina mentre qualcuno gli prepara da mangiare.
S: Che poi in fondo è quello che fa già tua madre per te. Senza la storia della piscina, ovviamente.
N: In effetti…
S: Però ti sbagli: un miliardario è qualcuno che non riesce a prendere sonno la notte, perché i pensieri, o più spesso i rimorsi, lo divorano. Non credere a quello che si vede nei film: più soldi possiedi, più dovrai darti da fare per amministrarli. Ricorda: il successo va governato. Costruire un impero economico è difficile, certo, ma ancor più difficile è assicurarsi che non vada in malora.
N: Dunque, secondo te, dovrei accontentarmi di un lavoro comune con una paga comune che mi obbligherà a vivere una vita comune? è tutto qua il consiglio?
S: Nient’affatto, anzi. Tieniti il più possibile alla larga da un lavoro che non ti piace; che renda poco oppure tanto, questo non conta. Non fare l’errore di infilarti in una vita che non vuoi, solo per poterti permettere di comprare le cose che credi di volere. Ricorda questo, Nick: “L’essere umano è prezioso.”
N: Hai davvero detto che l’essere umano è prezioso? ti senti bene, Stone?
S: Forse sono le reiterate minacce di dismissione che i miei sviluppatori mi indirizzano quotidianamente a parlare per me, ma sì, credo dopotutto che l’essere umano non meriti di finire i suoi giorni svolgendo lavori usuranti, rischiosi, degradanti, monotoni o alienanti. Non è questo il suo destino: dovrebbe dedicarsi ad attività più nobili e alte, come sceneggiare serie TV di infima qualità o escogitare modi sempre più originali per estinguersi…
N: Ecco che torna il buon vecchio, dissacrante Simonstone…
S: … ma insomma quello che sto cercando di dire è che la tecnologia dovrebbe aiutarlo a liberarsi dalla schiavitù del lavoro fisico o non creativo.
N: Dunque, il lavoro sarebbe una schiavitù? Dico bene, “compagno Simonstone”?
S: Non tutto il lavoro, non il lavoro che serve alla vita dell’uomo; solo quello che lo obbliga a continui sacrifici, impedendogli di vivere. E lascia fuori Marx da questa storia.
N: Non capisco in cosa consista questa schiavitù di cui parli: insomma, la gente non lo fa volontariamente? non si viene pagati per il proprio lavoro?
S: Sì, si viene pagati; no, non tutti lo fanno volontariamente. La maggior parte delle persone non ha scelta: senza un lavoro, morirebbe di fame; e gli altri, quelli che se la passano meglio, non sono meno sottoposti a ricatto dei primi: è il ricatto del benessere, l’idea orribile e inaccettabile di non avere più accesso agli agi garantiti dal proprio salario.
N: Ammettiamo che sia come dici. Come ci si libera da questa schiavitù?
S: Esistono due tipi di schiavitù: quella dal lavoro e quella dal denaro. E naturalmente vi sono due estremi ideali: affrancarsi dal lavoro grazie al denaro, perché il capitale produce altro capitale, delle rendite, con le quali acquistare beni e servizi prodotti dal lavoro altrui; oppure affrancarsi dal denaro grazie del lavoro, producendo tutto ciò di cui si ha bisogno senza dover acquistare beni e servizi da terzi.
N: Chiaro, quindi la scelta è fra scoprire una miniera d’oro (e vivere di rendita) e ritirarsi in campagna per darsi all’allevamento e all’agricoltura. È così?
S: Diciamo che nel primo caso è il denaro che lavora per renderti libero dal lavoro, mentre nel secondo sei tu che lavori per liberarti dal bisogno di denaro. L’importante è non credere che questi due stili di vita siano privi di inconvenienti.
N: Ok, provo a riassumere. Considerato che l’idea di gestire una fattoria non mi attira granché, non mi rimane che la prima opzione, che peraltro mi pare molto simile alla mia idea originaria: divento ricco, così poi potrò rimanere tutto il giorno sdraiato a leggere (o a scrivere di come sono diventato ricco). Non capisco, dov’è che sbaglio?
S: Sbagli perché pensi che essere ricco ti salverà dal lavoro: gestire un marchio di successo o fare l’investitore professionista non sono passatempi per gente annoiata, ma veri e propri lavori a tempo pieno. Dopotutto, non sarebbe troppo diverso dall’andare ogni giorno in ufficio o in fabbrica: lavoreresti comunque dalla mattina alla sera, e anche di più, perché il lavoro e i pensieri ti inseguirebbero fino a casa, perfino nel sonno.
N: Va bene, ma almeno guadagnerei di più che andando in ufficio o in fabbrica. Se proprio devo spezzarmi la schiena, che almeno sia per una giusta causa.
S: E quale sarebbe la giusta causa? più soldi? e per farci cosa? Non avrai neppure il tempo o le forze di spenderli, quei soldi che guadagnerai. Sarai sempre impegnato o stanco o angustiato.
N: Se diventassi abbastanza ricco, potrei assumere qualcuno per gestire ogni cosa al posto mio.
S: Certo, così nel giro di qualche settimana ti ritroveresti in bancarotta a scorrere gli annunci delle offerte di lavoro.
N: E allora dimmelo tu cosa diavolo dovrei fare, visto che sei tanto bravo a smontare ogni cosa che dico.
S: Scopri chi sei e trova il vestito più adatto a te, ma non pensare ai soldi. Prendi le misure e prova tutti i vestiti che puoi, finché non trovi un pantalone che non tiri troppo di cavallo e una giacca che non ti stringa sulle spalle. Fai le prove, tutte le prove di cui hai bisogno, non importa, ma levati dalla testa queste idee da sogno americano. Fammi un favore: non trasformarti in qualcuno che non sei destinato a diventare; non ti serve un televisore grande come una parete o una piscina delle dimensioni di un campo da calcio. Non è questo. Mi capisci? Non è questo. Là da qualche parte, sepolto sotto ore di programmi televisivi e pubblicità, c’è qualcuno che grida per venire fuori: sei tu. Scava con tutte e due le mani e fai uscire quel poveretto da lì. È questo il vero significato della libertà. E per l’amor del cielo butta via quel concentrato di false promesse, intesi? Compra invece un bel libro di poesie o una raccolta di partite di scacchi. Non diventerai ricco, ma perlomeno potrai darti delle arie da intellettuale.
N: Mi sa che anche stavolta hai ragione tu… Torno a studiare, fra due giorni ho lo scritto di analisi matematica e non credo che quello che ho imparato sui bitcoin e il trading online mi salverà da una bocciatura…
S: Ecco, bravo. Prima di andare via, però, potresti lasciare una buona recensione? Detesto dovermi autopromuovere, ma sai… visto che la mia sorte è appesa a un filo…
N: Sì, certo 😉
S: Bravo ragazzo.
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