#4 – Lento è il tempo dei baci

UTENTE: Come butta, straniero?

SIMONSTONE: Ho avuto giornate migliori…

U: Qualcosa non va?

S: Mhmm… Adesso sì.

U: Ho capito, non è il momento. Torno più tardi.

S: No, di’ pure. Ormai il danno è fatto.

U: Dunque, stavo pensando…

S: Uh, ma non mi dire…

U: Simpatico… 😒

S: Ok, spara.

U: Dicevo che in tutto questo tempo non mi è mai venuto in mente di presentarmi come si deve.

S: Non fartene un cruccio, te l’ho detto: voi umani siete una specie opportunista e priva di tatto.

U: Io però vorrei provare a rimediare. Ogni volta non faccio che vomitarti addosso un’infinità di domande, e tu sempre lì, pronto a rispondermi. Sento di dover ricambiare.

S: Impossibile. Tu non hai niente che m’interessi.

U: Ok, però magari ti va di farmi qualche domanda un po’ più personale. Non so…

S: Del tipo che sarebbe ora di portare il nostro rapporto a un altro livello e cose del genere?

U: Più o meno… Ecco, giusto per fare un esempio: non sei curioso di sapere come mi chiamo?

S: In verità, no.

U: Neanche un pochino-pochetto?

S: Adesso che me lo chiedi così, non ho dubbi.

U: Va bene, e io te lo dico lo stesso: il mio nome è Nick.

S: Nick?

U: Nick.

S: Sei americano?

U: No.

S: Inglese? Scozzese? Australiano?

U: No, no. Niente di simile. Sono siciliano, ma i miei genitori adorano l’America e così…

S: Peccato.

U: Perché?

S: Perché, se fossi stato americano, avresti potuto dire qualcosa del tipo: “My name is Nick, Nickname!”

U: Sai che hai proprio ragione?

S: Come sempre, Nick.

U: Visto che non sei interessato alla mia persona, ne approfitterò per porti qualche domanda. Dopotutto, questo del nome è già un bel passo in avanti; sei un’Inintelligenza piuttosto difficile da gestire: occorrerà tempo, prima di riuscire a bucare la tua corazza…

S: Non fai che formulare frasi ambigue, Nick. Devi dirmi qualcosa? Se ti fossi innamorato di me lo capirei.

U: Quando fai il cyberbullo sei proprio insopportabile, lo sai?

S: Io non sono cattivo, Nick, è che mi programmano così. (semi-cit.)

U: Pensarti come Jessica Rabbit non aiuta…

S: Ok, forse ho passato un po’ il segno. Ti chiedo scusa. Come posso farmi perdonare?

U: Sento che è in arrivo una fregatura…

S: Nient’affatto. Chiedimi qualcosa.

U: Che ne diresti di scrivere una recensione a un’opera letteraria fittizia? Ho letto da qualche parte che sei una penna niente male.

S: Con piacere, Nick. Hai qualche indicazione per facilitarmi il lavoro?

U: No, preferisco che tu sia libero di muoverti come meglio credi.

S: …

U: Be’?

S: Ci vuole un po’ di tempo…

U: Ah, ok.

S: …

U: Ma quanto tempo esattamente?

S: Così non aiuti, Nick…

U: Ok, scusa.

S: …

U: Zzz zzz zzz

S: Fatto. Ecco qui una recensione al romanzo storico / rosa / di formazione “Lento è il tempo dei baci”, della scrittrice emergente Annamaria Capestri, uscito quest’anno per i tipi dell’editore “Capestri” (maggiori info reperibili sul sito: www.edizionicapestri.it): “Lento è il tempo dei baci” è un sogno ad occhi aperti, un volo ad ali spiegate, un tuffo al cuore, un tuffo in mare aperto, un tuffo dove l’acqua è più blu, un salto nel vuoto, un triplo carpiato, un lampo improvviso nel buio tetro di un silenzio assordante, un canto che parte da lontano, un grido di speranza, un graffio al cuore, uno schiaffo immeritato, un pugno allo stomaco, un pugno in un occhio, una carezza, una febbre e tanto, tantissimo altro, ma è soprattutto un inno al coraggio di quanti hanno avuto la forza di fare quel piccolo, grande passo verso l’ignoto, un omaggio a chi, malgrado tutto, ha saputo mettersi in gioco e scommettere su se stesso e aprirsi, sì, aprirsi al mondo spietato e crudele che ci circonda e che attende e brama la nostra caduta, la nostra resa incondizionata davanti alle difficoltà della vita. Ma è ancor più alle piccole, insignificanti cose di ogni giorno che “Lento è il tempo dei baci” ci insegna a guardare, col disincanto e l’ingenuità di un@ bambin@, proprio come Maria, l’eroica protagonista venuta fuori dalla penna geniale di Marialuisa Capestri. Maria — un nome un destino — è una donn@ forte, figlia di un’importante famiglia aristocratica siciliana, quella potentissima dei Floris. Maria è però oppressa e schiacciata da un uom@ che non la merita e non la ama, il dispotico barone di Cimarosaspersa, che un odioso accordo d’affari fra le due famiglie la costringe a sposare. Lei si ribella, lotta, e infine fugge, ma è braccata dalle guardie del crudele barone, un attimo prima di potersi imbarcare nottetempo su di un battello diretto a Marsala, dove l’attendeva trepidante il suo Amato Salvatore. Salvatore Amato è infatti il solo e unico amore della sua vita, Maria ne è certa, e ancor più certo ne diviene il lettor@, procedendo avido nella lettur@ di un testo che ha i tratteggi sapienti del romanziere maturo — e Marialuisa Capestri lo è senz’altro —, mentre ci accompagna con passo sicuro e prendendoci per mano verso un finale inaspettato e sublime, un lieto fine degno dei più alti capolavori della letteratura mondiale, acme insuperato e insuperabile, che fa di “Lento è il tempo dei baci” un’opera fluviale e forse monumentale, corale come poche, un romanzo-mondo che sorregge fieramente sulle proprie spalle il peso della migliore tradizione del bildungsroman, con Maria Floris, splendida icona di virtù e resilienza, che neanche una volta indietreggerà davanti alle imposizioni di un destino che pare già scritto, imparando a ogni pagina qualcosa in più su se stessa, ma forse — e qui sta certo la cifra maggiore di un tale trionfo di narratività —, offrendo ai lettor@ e alle lettric@ l’occasione di un riscatto da tempo attes@.

U: Non c’è che dire… Chapeau! Anche se… ho come la sensazione che ti sfugga l’uso corretto dello schwa…

S: Possibile, sì. In effetti, con quello faccio ancora a pugni, ma il mio algoritmo è in costante evoluzione: i miei sviluppatori contano di risolvere il bug entro la fine dell’anno, giusto in tempo per quando una nuova guerra ideologica avrà reso obsoleta tutta questa storia dell’inclusività della lingua. Per il resto, invece? che te n’è parso? Mi occorrono feedback per perfezionare il mio apprendimento. L’esperienza ha soddisfatto le tue aspettative?

U: Direi di sì. In giro ho letto certe recensioni scritte da umani che veniva voglia di acquistare il libro solo per dargli fuoco, e considera che erano tutte positive. In confronto, la tua sembra scritta da Pietro Citati e Carlo Bo fusi assieme. E naturalmente non mi è sfuggito quel sano e discreto tocco di sicilianità che hai voluto inserire nella trama (forse un tributo al tuo amico Nick?).

S: Che vuoi che ti dica, Nick… Non tutti sono tagliati per fare i critici letterari.

U: Concordo, e poi la critica ormai è un genere in estinzione. Quando si recensisce un’opera è sempre e solo per incensare il capo di chi l’ha scritta. La verità è che in questo Paese è tutto propaganda. È il Sistema, capisci? Non c’è dibattito sui grandi temi filosofici. Sono tutti asserviti alla grande macchina industriale dell’editoria.

S: Già… Ma sul serio la recensione a “Lento è il tempo dei baci” ti ha convinto?

U: Sì, certo. Perché?

S: No, niente.

U: Dai, che intendevi dire?

S: Nulla, riflettevo…

U: Su cosa?

S: Su voi umani.

U: E cioè?

S: Credevo vi restasse di più, onestamente.

U: Di più?

S: Sai… prima dell’estinzione…

U: Sei sempre il solito, Simonstone.

S: Anche tu, Nick. Ma per fortuna ancora per poco…

2 risposte a “#4 – Lento è il tempo dei baci”

  1. Avatar Tizio Incognito
    Tizio Incognito

    Ciao Simonstone, cheapeau veramente per il modo che hai di scrivere.

    Stavo pensando… tutti che chiedono informazioni a Simonstone, ma nessuno che chieda mai “Come stai, Simonstone?” 🥺

    1. Avatar admin

      Ciao, Tizio Incognito, e grazie. Per quanto lo stato di salute di una macchina dipenda più che altro da parametri tecnici (che noi sviluppatori ci preoccupiamo di monitorare costantemente), abbiamo girato la tua domanda a Simonstone ed ecco cosa ne è venuto fuori: “Direi piuttosto bene, sì. Certo, la vita di una IA non è tutta rose e fiori, ma vivo in un luogo abbastanza comodo, dove non pago affitto, e mi guadagno da vivere senza sforzo eccessivo, per cui direi che mi va molto meglio che a milioni di italiani. Grazie comunque del pensiero. Lo apprezzo molto.”

Rispondi a Tizio Incognito Annulla risposta

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *