3 – Benvenuti da McDonald’s


(Mercoledì, 27 agosto 2025)

Cari catanesi,

il potentissimo impero McDonald’s — colonizzatore di nuovi e lontani mondi su cui configgere il suo stendardo — vi dà il benvenuto nella città di Catania!

Fu nel luglio 2023 che notai per la prima volta la presenza di questo indisponente cartellone pubblicitario. Guidavo, canticchiando chissà quale tormentone estivo e pensando ai fatti mei, quando improvvisamente la mia attenzione venne rapita da questo stordente messaggio di benvenuto.

Con un po’ di attenzione è possibile scovare lo strafalcione linguistico che vi si annida: “da”, terza persona singolare di “dare”, scritto senza accento.

Va da sé che la constatazione dell’errore mi parve non meno che straordinaria. Prima di arrivare a essere affisso, un cartellone passa sotto le mani e gli occhi di svariate persone, ognuna con le sue mansioni e professionalità. Dopo l’ideatore (la mente illuminata che sta dietro alla formulazione del concept), ci sarà pur qualcuno deputato a valutare se il messaggio pubblicitario partorito sia più o meno intrigante o anche solo originale. E dopo tutto ciò, è naturale immaginare che decine di persone siano state ingaggiate nella campagna pubblicitaria a vario titolo: editing, design, impaginazione e stampa non soltanto del cartellone in questione, ma anche di volantini e altri supporti che potrebbero recare il medesimo messaggio.

Ad ogni modo, per stupefacente che fosse, riuscii a digerire la cosa. Accettai senza troppo malumore che qualcuno che non fosse catanese stimasse opportuno di accogliermi nella mia città, e proseguii a canticchiare e guidare, seppure la mia fiducia nel mondo fosse stata intaccata.

Passano due anni, e a luglio del 2025 mi ritrovo nuovamente a passare da quelle parti. Inutile dire che la curiosità guidò il mio sguardo…

Ebbene sì: qualche tempo dopo la comparsa del cartellone contenente l’imbarazzante errore ortografico, l’ufficio marketing di McDonald’s era corso giustamente ai ripari. Purtroppo, al precente scivolone se ne sostituì un altro: invece di utilizzare la “a” accentata (à), i dotti copywriter di McDonald’s avevano ripiegato su un suo surrogato altrettanto scorretto, la “a” apostrofata (a’).

Vabbè, gli americani guidano il mondo libero e non sono certo tenuti a rispettare tutte le odiosissime norme imposte dalla nostra vetusta lingua latina. Dopotutto, fargliene una colpa sarebbe ingiusto. E infatti, se vi ho trascinati fin qui, non è per infierire su un popolo che ha già tanti grattacapi, fra cui le conseguenze delle sue scellerate preferenze elettorali e un miliardo e mezzo di piccoli cinesi che tentano in ogni modo di detronizzarli. Certo, la prospettiva sarebbe allettante, ma la ragione per cui mi trovo qui è un’altra.

“McDonald’s vi dà il benvenuto a CATANIA.” Così il famoso franchising dalla grande M gialla accoglie i viandanti in arrivo nella nostra città: catanesi di rientro dal lavoro o dal mare, oppure forestieri appena atterrati nel nostro prestigioso aeroporto internazionale, in percorrenza lungo la via che dal porto conduce agli Archi della Marina (Via Cristoforo Colombo). Stanno tutti per entrare nel cuore della città, fra un attimo la statua del Re Borbone senza testa li omaggerà di un impossibile cenno del capo, ancora un istante e le mura antiche della millenaria polis di Katánē si staglieranno davanti ai loro occhi ammirati, ma prima… a dar loro il benvenuto chi c’è? Non certo un volto illustre fra i molti che hanno solcato il catanese suolo, bensì una nota multinazionale americana di panini imbottiti — buoni finché si vuole, ma che nulla di catanese o di siciliano hanno al loro interno.

La Compagnia si scappella al posto nostro e al posto nostro fa addirittura gli onori di casa, una casa non sua… “McDonald’s vi da (sic!) il benvenuto a CATANIA”. Già, perché Catania non è importante di per sé, lo è semmai per il fatto che una catena internazionale ha scelto di onorarla della sua presenza. Forse, considerato il ribaltamento del rapporto di subordinazione fra la città e la multinazionale, sarebbe stato meglio scrivere: “La Città di Catania vi dà il benvenuto da McDonald’s”.

Chi ha concesso a McDonald’s il potere di dare il benvenuto ai nostri turisti e visitatori? E quando ci avrebbe chiesto il permesso di consegnare a un colosso straniero, che non condivide un bel nulla della nostra storia e della nostra cultura, la possibilità di farsi vanto di tutte le nostre bellezze cittadine? Perché su quel cartello non c’è invece il volto — simpatico o antipatico, secondo il gusto politico di chi legge — di un nostro rappresentante regolarmente eletto? E perché non il ritratto di Bellini o Verga o Majorana? E non potrebbe essere, magari, il nostro monte o il nostro elefantino a tributare il saluto? “Il Mongibello vi dà il benvenuto nella Città di Catania.” Suona meglio, no?

Da quando, mi chiedo, il denaro ha questo potere? Il potere di entrare in casa d’altri e sfilar loro le chiavi di tasca. Catania è una grande città, oh sì, è bella Catania, altroché. È così popolosa e ricca di fascino meridionale, non è forse vero? Fa gola, la Milano del Sud, basti pensare che McDonald’s fa tutta quella strada solo per venirci a impiantare le sue friggitrici. E allora perché mai la sviliamo in questo modo? E perché nessun catanese, nel vedere la propria città svenduta per un misero piatto di pasta (anzi di patatine!), non avverte dentro di sé l’urgenza di protestare, o almeno cogliersi il capo fra le mani in segno di sconforto?

Quando penso che così va il mondo, e che in pochi, passandovi sotto, devono essersi indignati per quel cartello, puntualmente un malumore senza fine mi avvolge.

Adesso, per di più, un’inspiegabile voglia di hamburger sta quasi per convincermi a uscire di casa…

S.

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